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"Exchange is not a year in your life. It is a life in one year."

[6] Primo mese negli usa

Hi everyone,
Devo essere sincero, mi ero ripromesso che avrei tenuto attivo il più possibile questo blog ma non ne ho davvero mai l’occasione e per quanto mi devo scusare…
Anyways, è passato ormai più di un mese da quando sono partito dall’Italia, è stato il mese più intenso e difficile, ma allo stesso tempo il più divertente di tutta la mia vita. Ad oggi mi rendo davvero conto di cosa voglia dire “carpe diem”, e di quanto sia importante cogliere davvero l’attimo. Ho provato e sto provando cosa vuol dire  vedere il tempo volare. Mi sembra ieri che ho salutato la mia famiglia, i miei amici e il mio paese, con gli occhi lucidi ma felice, perché, si, stavo salutando tutto ciò che avevo creato in sedici anni di vita per andare a 9000 km di distanza dove non avrei trovato niente di quello a cui ero abituato prima, ma sapendo che sarebbe stato qualcosa che mi avrebbe cambiato per sempre. 
È difficile riassumere questo primo mese in qualche riga, è stato davvero velocissimo ma pieno di emozioni.
Emozioni che si contrastano da un giorno all’altro, si, perché ci sono certi giorni che vorresti solo prendere il primo volo diretto per Milano Malpensa e certi giorni che non vedi l’ora di andare a scuola per stare un po’ con i tuoi “amici”. Si, l’ho messo tra virgolette, ma ci tornerò più tardi sopra. Certi giorni vorresti solo tornare a casa e certi giorni vorresti chiamare Wep e dire “hey, posso allungare il mio programma per un altro anno?”.
Ma ad oggi posso dire che non cambierei la mia scelta per niente al mondo, anche se certi giorni può essere frustante stare qui, non avere tanti amici con cui uscire e divertirti come facevi quando eri a casa o non avere nessuno con cui parlare faccia a faccia quando sei triste che ti posso dare un abbraccio che ti faccia capire che non sei solo. E' un prezzo che sono disposto a pagare per tutto questo. 
Comunque, voglio spiegare perché ho messo tra virgolette la parola amici. Da quanto ho potuto sperimentare la mentalità delle persone qui è completamente diversa, ma ne ero consapevole, solo che ciò ce non mi aspettavo era la difficoltà nel farsi dei veri amici. Mi spiego, qui il sistema a scuola è completamente diverso, e sinceramente mi piace molto di più, ho 8 materie in totale, 4 per giorni a giorni alterni, e ogni classe è con persone diverse, ma è molto difficile legare con qualcuno e non avere host siblings non aiuta. Ma la cosa che mi ha stupito di più è stata il comportamento di alcuni, che forse è dovuto solo alla curiosità per qualcosa di nuovo, che un giorno sembrano esserti migliori amici e il giorno dopo non ti salutano nemmeno se ti vedono. 
Ma tutto sommato essendo entrato nella squadra di cross country sono riuscito a farmi il mio gruppetto di amici e ne sono contento. Ed è una cosa che consiglio a chiunque volesse fare questa cosa, se ne avete la possibilità, entrate in una squadra o in un club, non chiudetevi in camera.
Anyways, oltre a questo la scuola è veramente fighissima, per la prima volta nella mia vita ho voglia di andarci, le lezioni sono coinvolgenti e divertenti e ci sono sempre un sacco di eventi, come la spirit week in cui ogni giorno bisogna vestirsi in un certo modo, l’homecoming che è il ballo di “ritorno a casa” della squadra di football (ma la mia scuola si è presa un po’ in ritardo e lo festeggia la settimana prossima) o come la partita di football il venerdì sera. Non è paragonabile a quella italiana a livello di preparazione ma a parer mio è meglio goderseli come fanno questi americani i propri anni alle superiori piuttosto che passarseli sopra i libri.

Questo post si sta facendo un po’ lungo per cui penso sia meglio concludere qui,
Stay tuned,

-Mattia 
Home game della squadra di football della scuola

[5] Primi giorni negli States

Hi guys, 
Ormai sono negli states da qualche giorno e devo dire che sono veramente entusiasta di questa esperienza e già adesso mi sento di dire a chiunque volesse fare l’anno all’estero di farlo senza esitare perché, si, il momento della partenza è difficile, lo so; ma vedere il proprio inglese, o la lingua del paese ospitante, migliorare giorno dopo giorno; vedere la faccia stupita della gente quando alla domanda “where are you from?” si sentono rispondere “I come from Italy” o sentirsi fare complimenti per la scelta fatta e sentirsi dire buona fortuna per tutto anche da gente che non avevi mai visto prima è stupendo. 
La cosa più bella che ci sia, però, è vedere delle persone, che pur non conoscendoti per niente si approcciano a te come una famiglia, la tua famiglia, pronta ad aiutarti nei momenti di bisogno, e ti aprono le porte della loro casa come farebbero con un loro figlio. È impagabile.

Anyway, I primi tre giorni di questo viaggio li ho trascorsi a New York con tutti gli altri ragazzi che, come me, dopo quei tre giorni avrebbero iniziato il vero e proprio EXCHANGE YEAR. 
Sono stati tre giorni stupendi in cui ho visto posti fantastici e conosciuto persone stupende. 
Non ero mai stato a New York prima d’ora, e, appunto per questo, ne sono rimasto colpito. Colpito dall’enormità dei palazzi che ti circondano al tuo passaggio sulla 5th ave, che per guardarne la sommità devi farti venire il torcicollo. Colpito dalla frenesia di una città che non ha orari, sempre colma di persone che corrono da una parte all’altra della città ben vestiti e sempre con un caffè di Starbucks in mano. 
Beh insomma, mi avete capito, sono stati tre giorni stupendi,

Subito dopo questi tre giorni ho iniziato davvero a realizzare ciò che stava succedendo. 
È difficile da spiegare, ho avuto il battito a mille dalle 4 di mattina, quando siamo arrivati in aeroporto, a quando sono arrivato nello stato di Washington, dopo un volo di 6 ore in cui ho pensato soltanto “ma cosa cazzo sto facendo?”.
Arrivati in aeroporto c’erano le famiglie ospitanti che ci aspettavano con un cartellone di benvenuto, non si può capire cosa si prova in quell’istante, in cui li vedi e pensi “oh mio dio, quella è la mia famiglia per il prossimo anno”, finché non lo si prova sulla propria pelle.

Arrivati nella cittadina dove abita la famiglia sono stato a vedere la scuola, che è enorme, e poi siamo andati a Seattle per vedere la partita dei Seattle Sounders, la squadra di calcio della città. È stato stupendo, adesso bisogna solo iniziare la scuola.

Ok, sta diventando troppo lungo come post, 
Stay tuned,

-Mattia




New York City

[4] HOW?


How do you know what is a dream if you never accomplished one?
How do you know what is an adventure if you never took part in one?
How do you know what is anguish if you never said goodbye to your family and friends with your eyes full of tears?
How do you know what is being desperate, if you never arrived in a place alone and could not understand a word of what everyone else was saying?
How do you know what is diversity if you never lived under the same roof with people from all over the world?
How do you know what is tolerance, if you never had to get used to something different even if you didn’t like it?
How do you know what is autonomy, if you never had the chance to decide something by yourself?
How do you know what it means to grow up, if you never stopped being a child to start a new course?
How do you know what is to be helpless, if you never wanted to hug someone and had a computer screen to prevent you from doing it?
How do you know what is distance, if you never, looking at a map, said “ I am so far away”?
How do you know what is a language, if you never had to learn one to make friends?
How do you know what is patriotism, if you never shouted “ I love my country” holding a flag in your hands?
How do you know what is the true reality, if you never had the chance to see a lot of them to make one?
How do you know what is an opportunity, if you never caught one?
How do you know what is pride, if you never experienced it for yourself at realizing how much you have accomplished?
How do you know what is to seize the day, if you never saw the time running so fast?
How do you know what is a friend, if the circumstances never showed you the true ones?
How do you know what is a family, if you never had one that supported you unconditionally?
How do you know what are borders, if you never crossed yours , to see what there was on the other side?
How do you know what is imagination, if you never thought about the moment when you would go back home?

How do you know the world, if you are never been an exchange  student?







[3] Host Family

Ciao a tutti,
Se state per spendere del tempo a leggere questo post probabilmente ne avrete letto anche il titolo, quindi potete ben intuire di cosa andrò a parlare. 
Ebbene si, finalmente, il 25 luglio, mi è stata assegnata la famiglia. Mi trovavo a Milano per fare il visto per entrare negli USA e, quando mi è stata data la notizia, avevo appena finito il mio appuntamento in consolato (durante il quale parlando con gli altri Weppini mi ero reso conto di quante poche persone ormai fossero senza famiglia). 
Non potete immaginare la mia gioia, quando mia mamma mi ha chiesto “cosa ne pensi dello stato di Washington?” Ho iniziato a tremare, davvero non potevo crederci.

Si, come avrete capito sono stato scelto da una famiglia nello stato di Washington, precisamente a Port Orchard, una cittadina sulla costa di 15000 abitanti, a circa 1 ora di strada da Seattle.
Sono davvero felicissimo del posto e della famiglia, composta dal host dad di 35 anni, dalla host mum di 36 e dalla madre della host mum di 79 anni. 
Ci ho già parlato e sembrano davvero molto simpatici e carini. 
La host mum è stata a sua volta una exchange student, per cui mi capisce e tutto ciò mi conforta un sacco.

Frequenterò la South Kitsap High School, che si trova a 10 minuti a piedi da dove vivrò, in cui vanno circa 2500 studenti e dalle foto sembra davvero bella. In più offre un sacco di attività per il pomeriggio per cui sono super contento. 

Ho già parlato anche con il mio coordinatore locale che mi ha detto che un paio di volte al mese, lui e un altro coordinatore locale fanno degli incontri con tutti gli exchange student della zona, che sono circa 50, tra cui anche altri due ragazzi italiani, per andare a visitare i paesi vicini e fare escursioni.

Ah si, e come ultima cosa, parto il 23 agosto e ne sono felicissimo di in quanto parteciperò al ministay a New York. 

Ok, mi sto dilungando troppo, 
Stay tuned,
Mattia.




















[2] RIASSUNTO DI QUESTI ULTIMI MESI e ORIENTATION

Allora, premetto che mi sono preso un po’ tardi rispetto ad altri con questa storia del blog, per cui molti avvenimenti importanti riguardanti l’anno all’estero non li ho scritti, cose come il colloquio di selezione, quel delirio di carte da compilare il WepBook e, la cosa più bella, l’Orientation a Caorle, vicino a Venezia, quindi cercherò di riassumerveli.

Sul colloquio di selezione posso solo dirvi che è veramente facile e di non farvi problemi, anche perché lo passerete quasi sicuramente. Poi, una volta fatto il colloquio, dovrete compilare tutto quello splendido WepBook, si, se non lo aveste capito non è stato proprio la cosa più bella che io abbia mai visto, ma tralasciamo. La cosa che più mi è piaciuta di questo dossier, si, qualche cosa mi è piaciuta, è stata la lettera alla futura Host Family, mi ha fatto sentire un passo più vicino all’inizio della mia “avventura”.

Da quando ho finito e consegnato il WepBook non è successo quasi niente per 2 mesi quando mi è stata assegnata la sponsor organization, ossia l’associazione che mi seguirà una volta negli USA. A me è stata assegnata la Pax, che è abbastanza grande come associazione, ma che, a detta di molti, è un po’ lenta nel dare le famiglie; infatti, leggendo alcuni blog di vecchi exchange con questa associazione, ho visto che assegnano le famiglie anche a luglio/agosto. Oltre a questo aspetto, che non mi affascina, diciamo così, ho letto che, però, sono molto presenti e che organizzano vari incontri tra exchange student una volta negli States, e mi sembra stra figo.

E, infine, l’orientation, che si è tenuta a Caorle, un paese vicino a Venezia, dal 12 al 14 maggio. Devo iniziare col dire che ho avuto un sacco di fortuna perché per arrivarci mi sono bastati 40 minuti di macchina, mentre ad altri sono servite un sacco di ore in bus o, perfino, un viaggio in aereo.

È stata un’esperienza a dir poco unica, mi sono divertito tantissimo e ho conosciuto un sacco di persone che, come me, partiranno per vivere un periodo in un altro stato. Se fino a un mese fa mi sentivo “un po’ solo” a fare questa cosa, dopo l’orientation ho cambiato completamente mentalità, eravamo in 1300 e tutti con le stesse preoccupazioni e aspettative.

Oltre ai momenti di svago ci sono dei Workshop, ai quali si partecipa divisi in gruppi, a seconda di meta e associazione partner, io ero nei CINNAMON ROLLS, oppure con tutti quelli con la meta ad accomunarli. Durante questi Workshop viene spiegato come affrontare alcuni problemi che possono sorgere, come la nostalgia di casa o i problemi con la lingua, come è strutturata la scuola nel paese di destinazione oppure vengono esposte in dettaglio le regole da rispettare. Sono tutti abbastanza interessanti soprattutto perché ci sono i buddies, ossia i ragazzi che hanno già vissuto questa esperienza, a raccontare la loro esperienza.

Quindi in fin dei conti posso solo dirvi che è una delle cose più belle e non potete mancare! Un consiglio che voglio darvi è quello di presentarvi a più gente possibile senza vergognarvi perché sono davvero tutti sulla vostra stessa barca.


Ok, per ora è tutto,

Mattia 




















[1] Presentazioni

Ciao a tutti, mi chiamo Mattia, ho 16 anni, vivo in un paesino marittimo friulano, Lignano Sabbiadoro, e frequento la terza in un istituto tecnico per geometri.
Ho creato questo blog perché vorrei avere una prova tangibile di ciò che vivrò il prossimo anno, che immagino sarà l’esperienza più bella della mia gioventù, quindi lo utilizzerò un po’come un diario personale, perché come immagino avrete intuito sarò un exchange student.
Scrivo questo blog anche perché sarei felice se qualche ragazzo o ragazza leggendo quanto scrivo trovasse delle risposte ai sui dubbi sull’anno all’estero, come del resto i blog di alcuni vecchi exchange hanno aiutato me.
Non ho mai avuto nessuna sorta di dubbio su dove andare: Stati Uniti.
È sempre stato il mio sogno, fin da bambino, poter giocare una partita di basket nella squadra della scuola, come nei film, oppure salire su uno di quei fantomatici bus gialli. E non posso credere che tutto ciò possa diventare realtà.


Mattia

What's the point of living in a beautiful world that you'll never see?